Francesco Gatti
domenica 08 agosto 2010
Ore: 18:00 | Palco centrale
Nato a Treviglio (Bg) nel 1977. Vince nel 2000 il Premio Solinas con la sceneggiatura “Storie per dormire”, un progetto notato anche da Goffredo Fofi e da diversi registi italiani che esordiscono in quegli anni, come Giovanni Maderna e Francesco Munzi, con i quali collabora a vario titolo. Negli anni successivi realizza alcuni cortometraggi e i primi documentari, questi ultimi subito improntati ad una personalissima ricerca sul linguaggio, libero e irriverente, e dalla necessità di confrontarsi con budget ridottissimi. La scelta stessa del documentario è in fondo un ripiego rispetto all’aspirazione ad un cinema di finzione che appare inarrivabile, e infatti i suoi lavori non sono mai documentari puri e anzi evocano, talvolta con pungente ironia, talvolta per ribaltarli, gli stilemi e le atmosfere della fiction. La svolta avviene nel 2005, con il documentario “Irreality Show”, premio produttivo Filmmaker doc /10, presentato al Batik Film Festival di Perugia e fuori concorso al Bellaria Film Festival. Il film, dove l’interazione del regista con i suoi protagonisti diviene matura e consapevole, gli conquista la stima della critica più attenta e in particolare, a Milano, di Luca Mosso, che lo supporterà anche come membro dell’Associazione Filmmaker. Dopo il cortometraggio “A relativistic film” (2006, festival Arcipelago di Roma; Festival Internazionale del Cortometraggio di Siena), vince il premio produttivo Filmmaker doc 11 con il documentario “Le regole del gioco”, presentato in concorso al Bellaria Film Festival e al Taranto film Festival. “Gli anni Falck”, documentario di montaggio con l’Archivio Cinematografico della famiglia Falck, realizzato insieme a Giusi Castelli, è del 2007 e partecipa al Bergamo Film Meeting e al FID (Festival International du Documentaire) di Marsiglia. Francesco Gatti muore nel luglio 2008 a Milano, lasciando un ultimo film, “Il figlio di Amleto”, in fase di premontaggio. Il montaggio viene portato a termine dal produttore e dal gruppo di persone con le quali abitualmente collaborava.